Approfondimenti
Approfondimenti
Ipnosi
Cos’è e a cosa può servire l’ipnosi?
L’Ipnosi è uno stato mentale di concentrazione (trance) naturale, in cui ciascuno di noi entra spontaneamente anche più volte al giorno.
È uno stato particolare di vigilanza nonostante spesso si descriva attraverso la terminologia specifica dello stato di “sonno” (addormentarsi, dormi!, risveglio, sonnolenza ecc). Tuttavia l’ipnosi non è sonno e da esso si distingue poiché la persona mantiene il contatto percettivo con l’esterno, è cosciente di quello che succede, è in grado di muoversi, può esercitare la muscolatura con intensità e alla fine della trance generalmente mantiene il ricordo degli eventi intercorsi.
L’ipnosi NON è “abbandono al controllo” del terapeuta, è piuttosto una scelta soggettiva e libera e funziona SOLO all’interno di una relazione motivata e attiva con il terapeuta.
Ogni persona può scegliere di essere ipnotizzata e di Auto-ipnotizzarsi, così come può scegliere in qualsiasi momento di abbandonare lo stato Ipnotico.
Questo stato particolare della mente è particolarmente piacevole e gratificante per chi lo sperimenta e può essere appreso (Auto-ipnosi) e utilizzato come efficace tecnica di rilassamento.
Nell’ambito di una terapia, lo stato di trance accompagnato e guidato dal terapeuta, favorisce il superamento delle difficoltà aiutando ad intensificare la motivazione, l’autostima, una visione positiva ed efficace del sé, la consapevolezza, la capacità e la possibilità rielaborativa e l’individuazione di strategie e soluzioni personali.

Come può aiutarmi l’ipnosi?
L’ipnosi costituisce una variabile importante nel processo di comunicazione mente-corpo.
Secondo E. Rossi, durante lo stato ipnotico il sistema limbico-ipotalamico trasforma i messaggi neuronali in messaggi neuro-ormonali usando come mediatori i neuropeptidi che agiscono come un sistema di feedback sul sistema neuroendocrinoimmunitario e sull’espressione genica. I geni, attraverso la sintesi proteica regolano metabolismo, crescita, sessualità e le risposte immunitarie alle malattie.
I simboli (le immagini dell’ipnosi) mettono in contatto mente e corpo riprogrammando l’assetto del sistema PNEI (psiconeuroendocrinoimmunitario).
Scoprire il senso di un disagio che si vive, cogliere le motivazioni per cui si manifesta proprio in un dato momento, osservare in cosa ci cambia, notare quali vantaggi apporti, acquisire consapevolezza che il nostro malessere può dipendere da un nostro comportamento sbagliato, da scelte che non ci appartengono, da una mentalità troppo rigida che ci condiziona,… sono i punti cardine che permettono di costruire un percorso di recupero del benessere.
Ogni malattia, che abbia caratteristiche organiche o che ne manifesti di psichiche, rappresenta il tentativo di liberarci da un modo di essere superato. Psicoterapia significa prendersi cura di se stessi, far emergere un lato nuovo di noi che sia più affine a ciò che siamo.
L’ipnosi diventa uno strumento utile lungo questa strada. È un aiuto che ci permette di abbandonare delle abitudini che desideriamo dismettere (dipendenze da nicotina, da sostanze, da gioco, eating addiction,…), di perseguire degli obbiettivi difficili (dimagrimento, insonnia, stress per esami o avvenimenti importanti, preparazione ad interventi che ci preoccupano), superare ansie, portar sollievo nel dolore anche cronico, risolvere malattie psicosomatiche e aiutare il nostro corpo ad attivare le naturali difese per reagire a stati di malattia e sostenere il processo di guarigione.
Training Autogeno Inferiore
Cos’è il TA? Benefici e controindicazioni
Per molti anni mi sono dedicata all’insegnamento del Training Autogeno Inferiore nel mio studio e grazie a questa esperienza oggi mi reputo una buona guida per chi volesse approcciare questa tecnica. Il quesito sempre più difficile a cui mi trovo rispondere, sembrerà paradossale ma è: che cos’è il Training Autogeno?
Ad oggi, non sono ancora riuscita a trovare una risposta che mi sembri esaustiva e soddisfacente. Prima di cercare una buona definizione, preciso che il Training Autogeno si divide in TA Inferiore e TA Superiore. Quest’ultimo è una vera e propria tecnica di psicoterapia, si svolge individualmente con la guida del terapeuta e non sarà oggetto di questa trattazione. Per comodità mi rivolgerò al Training Autogeno Inferiore semplicemente con il termine TA.
Ho spesso sentito riferimenti al TA che lo riducevano ad una semplice “tecnica di Rilassamento” talvolta insegnata nelle palestre da personale con dubbia formazione; tuttavia gli importanti benefici che è in grado di apportare alla nostra persona meriterebbero più nobile attenzione, senza voler sottrarre nulla alle utilissime pratiche di rilassamento. Qualcuno ne parla come se fosse una sorta di “yoga occidentale”, ma questa definizione appare piuttosto vaga, forse anche in virtù del fatto che noi occidentali potremmo saper meno dello yoga che non del TA. Spesso lo si associa alle tecniche di autoipnosi; questa analogia seppur veritiera porta in sé un difetto: quest’ultime operano a partire da un livello mentale per apportare uno stato di calma che coinvolge il corpo, situazione contraria a quella del TA nel quale si cerca di lavorare a partire dal corpo per evocare uno stato di quiete nella mente.

Forse mi piace più vedere il TA come a una possibilità di vita, un modo di essere, una specie di filosofia avvolgente, una concezione della vita nel pieno rispetto delle sue leggi.
È accettazione, è la possibilità di lasciare che le cose che debbano accadere accadano, è armonia mente, corpo, mondo, universo.
Lo spazio, il tempo e ciò che in essi capita, sono il destino. La dimensione del TA è ciò che da all’uomo la possibilità di dare al destino, un “fine”.
Al termine dell’allenamento, il TA rende capaci di vivere nella condizione presente, nel qui ed ora. Ovvero aiuta a neutralizzare gli stati ansiosi che derivano dalla paura del futuro e i fastidiosi rimuginamenti che ci bloccano nel passato. Ovviamente non si sta parlando delle utili capacità di anticipazione e di autoriflessione, ma di quell’amplificazione di queste due componenti che chi ha sperimentato ben conosce nel loro valore distruttivo e bloccante.
Ad esempio possiamo riconoscere come funzionale anticipare la preoccupazione di un esame da sostenere l’indomani, per poter studiare quanto ci occorre per tempo; sarebbe svantaggioso se la preoccupazione ci agitasse al punto da non consentirci lo studio e la concentrazione.
Allo stesso modo è utile compiere autoriflessioni per migliorarci, ma restare bloccati nell’imbarazzo di una figuraccia ci fa solo stare male.
Il TA è quindi uno strumento utile per agire e pensare sempre al pieno delle nostre risorse e capacità anche nelle situazioni stressanti.
Dopo quanto esposto, una piccola precisazione pratica: il TA è semplicissimo e facilmente apprendibile da tutti (sebbene sia sconsigliato in particolari condizioni come in seguito descritto).
Necessita di sole 6 settimane per essere appreso in tutti gli esercizi (6 esercizi, uno a settimana) ma un tempo che varia dai 2 ai 6 mesi di allenamento per poter sperimentare gli effetti benefici profondi. Tuttavia sin dai primi allenamenti mi sono da sempre stati riferiti dai miei allievi importanti vantaggi immediati.
Se da un alto è vero che la tecnica è molto semplice, è altrettanto vero che occorre comprendere appieno il significato, il funzionamento e il senso di quanto praticato perché gli importanti fattori che sostengo l’attività (motivazione, beneficio percepito, fatica, tempo impiegato) rimangano in un rapporto funzionale al proseguimento degli allentamenti nel tempo. Mi spiego meglio: chi eseguisse gli esercizi semplicemente aderendo alle formule, si stancherebbe presto, non troverebbe il tempo, forse si sentirebbe sciocco nella pratica e abbandonerebbe il training prima di arrivare al benessere ricercato. All’inizio degli allenamenti servono circa 7 minuti per compiere solo il primo esercizio e i benefici percepiti sono pochi. Tuttavia giunti alla fine del training in soli 2-3 minuti si eseguiranno tutti e 6 gli esercizi e con massimo beneficio. E’ evidente come il rapporto costo/beneficio sia inizialmente disfunzionale, sbilanciato verso il fattore costo, ma alla fine indubbiamente vincente.
I benefici del TA sono verificati anche a livello fisiologico. La riduzione dei livelli di stress favorisce il sistema cardio-circolatorio, il sistema immunitario, il sistema digerente e l’autoregolazione di alcune funzioni organiche come il ritmo cardiaco, temperatura corporea. Il TA permette il rapido recupero delle energie psicofisiche, favorisce la possibilità di addormentarsi nei disturbi del sonno, è efficace nel ridurre la percezione del dolore (spesso usato in odontoiatria o durante il parto). Migliora l’auto-determinazione e agisce positivamente sull’autocritica e sul controllo.
Altresì le capacità attentive e di concentrazione risultano implementate dalla pratica.
Il training autogeno non è indicato nelle seguenti condizioni:
- Bambini piccoli (sconsigliato sotto i 7 anni)
- Disturbi psicotici
- Fase acuta cardiopatie (altamente sconsigliata nei sei mesi successivi ad un infarto, molto utile nella successiva ripresa)
E.M.D.R. Eye Movement Desensitization and Reprocessing
(Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari)
E.M.D.R. è una tecnica basata sul Modello dell’Elaborazione Adattiva dell’Informazione (AIP) seconda la quale tutti gli essere umani hanno un sistema fisiologico di elaborazione dell’informazione per affrontare le molteplicità di elementi dell’esperienze ed immagazzinare i relativi ricordi in una forma accessibile funzionale. Il modello evidenzia come le esperienze traumatiche e/o altamente stressanti possono essere memorizzate come ricordi in modo disfunzionale a causa dell’impatto emotivo generato.
Il cambiamento terapeutico che si riscontra dopo un trattamento con EMDR è il risultato dell’elaborazione risolutiva ed adattiva di queste esperienze.
Gli studi nel campo e la ricerca mostrano che attraverso l’utilizzo dell’EMDR le persone possono riscontrare dei benefici dopo il trattamento in modo efficace e veloce.
Questa tecnica oggi è riconosciuta come forma efficace per il trattamento per il trauma ed altre esperienze stressanti da organizzazioni come “American Psychiatric Association” e “American Psychological association”.
L’efficacia delle applicazioni cliniche dell’EMDR sono state largamente studiate oltre al Disturbo Post Traumatico da Stress, con diversi disturbi come:
- Fobie (de Jongh, Ten Broeke & Renssen, 1999; de Jongh, et al., 2002)
- Disturbi di panico (Goldstein et al., 2000; Fernandez & Faretta, 2007)
- Problemi di condotta e di autostima (soberman, Greenwald &Rule, 2002)
- Disturbo di ansia generalizzato (Gauvreu & Bouchard,2008)
- Lutti complessi (Solomon & Rando, 2007)
- Disturbo di dismorfismo corporeo (Brown, McGoldrick & Buchanan, 1997)
- Disfunzioni sessuali (Wernik, 1993)
- Ansia da prestazione (Barker & Barker)
- Dolore cronico (Grant & Threlfo, 2002)
Attacchi di Panico
Cosa sono gli attacchi di panico? Prognosi e curiosità
Gli attacchi di panico sono episodi di intensa e improvvisa paura, della durata variabile ma circoscritta, accompagnata da sintomi quali:
- Palpitazioni, tachicardia
- Sudorazione improvvisa
- Tremore
- Sensazione di soffocamento, dispnea (respirazione alterata per ritmo o frequenza)
- Parastesie (alterazione della sensibilità degli arti o di altre parti del corpo)
- Derealizzazione (sensazione di percepire in modo distorto il mondo esterno)
- Depersonalizzazione (sensazione di “scollegamento” dal proprio corpo o dai propri processi mentali)
- Dolore al petto
- Brividi o vampate di calore
- Nausea
- “Testa leggera”
- Paura di morire o di impazzire
Durante un attacco di panico, pensieri catastrofici automatici e incontrollati riempiono la mente della persona, che ha quindi difficoltà a pensare chiaramente e teme che tali sintomi siano veramente pericolosi.
Alcune persone sono convinte della presenza di una malattia non diagnosticata e pericolosa per la vita (per es., cardiopatia, epilessia) e i ripetuti esami medici nonché le rassicurazioni degli specialisti e parenti non convincono dello stato di salute e alimentano la percezione di vulnerabilità. Alcune volte i sintomi dell’attacco di panico sono confusi con manifestazioni di “pazzia” o “perdita di controllo” o “instabilità emotiva”.
Gli episodi di attacco di panico sono descritti da chi li ha vissuti come un’esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata. La paura diventa sempre più forte e dominante.
Un singolo episodio sfocia frequentemente in un vero e proprio disturbo di panico alimentato dalla paura che possa ripresentarsi una condizione simile, generando “paura della paura”.

La persona che soffre di attacchi di panico si preoccupa delle possibili implicazioni o conseguenze degli attacchi e cambia il proprio comportamento in conseguenza, principalmente evitando le situazioni in cui possano verificarsi.
Per far fronte all’imprevedibilità degli attacchi, la persona teme di frequentare luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile, o imbarazzante. allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto. Con il passare del tempo diventa pressoché impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda…
Nelle situazioni più lievi le persone mantengono una propria autonomia ma a fronte di elevato sacrificio.
L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo dei suoi attacchi di panico, costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che deriva dall’essere dipendente dagli altri.
Prognosi
Le patologie fobiche in tutte le loro forme, da singole paure a fobie generalizzate, possono essere curate e risolte efficacemente ed in tempi brevi. Nella cura degli attacchi di panico (con o senza agorafobia) e dei disturbi d’ansia in generale, la ricerca scientifica ha dimostrato eccellente efficienza della Psicoterapia Breve Strategica: una psicoterapia breve, a cadenza solitamente bi-settimanale, in cui il paziente svolge un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema nell’intento di spezzare i circoli viziosi del disturbo attraverso dei compiti ben precisi costruiti sul problema specifico.
Le ricerche-intervento svolte presso il Centro di Terapia Strategica sotto la direzione del prof. Nardone dimostrano ripetutamente come, mediante una forma di trattamento costruito ad hoc, l’88% dei casi di patologia fobica generalizzata sia stata risolta in una durata media di 7 sedute (2 o 3 mesi). Addirittura per alcune forme di disturbo fobico, come agorafobia e attacchi di panico, si raggiunge il 95% dei casi risolti sempre nell’arco di pochi mesi.
Lo sapevi che…
- L’attacco di panico ha una durata piuttosto breve (10-30 min.)
- Passa senza che facciamo niente
- Anche se le sensazioni sono molto spiacevoli, di per sè non è pericoloso
- Non state diventando pazzi
- Evitare le situazioni che potrebbero provocare il panico, rinforza i sintomi ansiosi
- In attesa che passi, può essere utile… distrarsi!
Contatti
Dott.ssa Stefania Ferrari
348.0636965
info@psicologamonza.org
Dove trovarmi
via Gaslini 2, 20900 Monza (MB)